“Chi crede nel Figlio ha la vita eterna. Chi disubbidisce al Figlio non vedrà la vita: incombe su di lui la collera di Dio” (Giovanni 3:36).
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Molti esempi dell’amore e della collera di Dio si trovano nel Vecchio Testamento della Bibbia Cristiana ma, nel Nuovo Testamento il messaggio della Bibbia per l’uomo è molto semplice. Per comprendere il messaggio del Cristianesimo è essenziale capire il piano di Dio per la salvezza per mezzo di suo Figlio, Gesù Cristo.
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Non c'è stabilità per l'uomo, se non da Dio. Dio solo è fermo come una roccia, tutto il resto è in continuo cambiamento, in confusione. Egli è giusto e vero, è buono e provvede alle necessità dell'uomo ed alla sua discendenza attraverso le generazioni. Coloro che non lo conoscono sono come uomini che annegano nel torrente del tempo, senza una roccia alla quale aggrapparsi. Coloro che affermano che Dio è cattivo non lo conoscono, vedono soltanto il loro riflesso. Nella loro corruzione peccaminosa si sono gonfiati d'orgoglio nei loro cuori, hanno costruito edifici inutili, strane filosofie, dottrine di demoni, che fanno di un uomo transitorio dio stesso, e che causano devastazione in un'umanità alla deriva.
Il messaggio che la Bibbia porta all'uomo è semplice, conoscere il piano di Dio è importante per comprendere il messaggio del cristianesimo. Dio è il creatore. È l'Alfa e l’Oméga. È il suo piano. Potete considerare Dio come l'artista supremo, il programmatore ultimo. Dio è buono secondo la definizione tradizionale di “bene”. La Bibbia c’informa che negli ultimi giorni, gli uomini chiameranno il male bene ed il bene male. La definizione relativistica di bene oggi è determinata dal voto maggioritario o da ciò che è politicamente corretto.
La bontà di Dio è illustrata dalla sua generosità. La sua creazione ordinata fornisce all'uomo cibo, abiti, energia, protezione ed anche cose accessorie come la bellezza o una varietà ricca. L'uomo è così ben curato che ha tutto il tempo per sprecare le sue risorse conducendo grandi guerre, come la seconda guerra mondiale, che uccise quindici milioni di soldati ed ancora più civili. Non è Dio che personalizza la dualità del bene e del male, ma l'uomo. L'uomo senza Dio è capace di un male peggiore. È l'uomo che avvelena la splendida creazione di Dio.
Una comprensione della persona di Dio e del suo piano per l'umanità è il primo passo verso la liberazione dell'uomo dal suo legame con il male innato. Una comprensione del regno soprannaturale e del modo in cui il male ha contaminato questa dimensione darà una prospettiva a coloro che si trovano nell’oscurità spirituale. Accettare Gesù Cristo come il solo Signore e Redentore personale è la realizzazione del piano di Dio per l'umanità.
Deus, em Sua infinita criatividade, criou o universo em toda a sua beleza, variedade
e complexidade. Ele criou Adão como um companheiro e
amigo. Deus colocou Adão em um jardim, no lado oriental,
chamado Éden e lhe deu aquele paraíso para que cuidasse
dele e o cultivasse. Deus ordenou a Adão:
"De toda a árvore do jardim comerás livremente,
Mas da árvore do conhecimento do bem e do mal, dela não comerás; porque no dia
em que dela comeres, certamente morrerás" (Gen. 2:16-17).
Deus não criou Adão como um robô. Ele lhe deu livre arbítrio. Adão podia, se
quisesse, comer da árvore do bem e do mal.
Dio si preoccupava del benessere di Adamo e concluse che non era bene che egli fosse solo, e dunque gli creò un aiuto - Eva – da una costola di Adamo. Eva sapeva che era vietato mangiare il frutto dell'albero che si trovava in mezzo al giardino, l'albero della conoscenza del bene e del male, e le conseguenze che sarebbero derivate da quest'atto, ma il serpente l’ingannò. “…anzi, Dio sa bene che se ne mangerete i vostri occhi si apriranno, diventerete come lui: avrete la conoscenza di tutto” (Genesi 3:5). Eva mangiò il frutto dell’albero e ne diede a suo marito che ne mangiò a sua volta.
A causa della sua disobbedienza Dio disse ad Eva che egli avrebbe aumentato il suo dolore nella gravidanza e disse a Adamo, che a causa della sua trasgressione, il suolo sarebbe stato maledetto, che avrebbe dovuto lavorare duro per trarne del nutrimento, e che sarebbe morto. Mangiando dell'albero della conoscenza del bene e del male, Adamo ed Eva diventarono coscienti della loro nudità, e si coprirono con foglie di fico. “Allora Dio, il Signore, fece per Adamo e la sua donna tuniche di pelle e li vestì” (Genesi 3:21). Per fare delle vesti di pelle per Adamo ed Eva, Dio ha dovuto uccidere degli animali.
Fino ad ora, leggiamo che Dio vedeva che la sua creazione era buona, ma ora, la morte viene introdotta nel sistema. Del sangue doveva essere versato a causa della disobbedienza dell'uomo, sangue innocente. Dio cacciò Adamo ed Eva dal giardino di Eden. “Ora bisogna proibirgli di raggiungere anche l'albero della vita: non ne mangerà e così non vivrà per sempre” (Genesi 3:22). |
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Il serpente nel giardino dell’Eden è stato identificato come Lucifero o Satana. Il profeta Ezechiele, nella sua eloquenza poetica, descrive Lucifero con un’analogia con il re di Tiro, in Ezechiele 28:12-17 (CEI): |
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Tu eri un modello di perfezione,
pieno di sapienza,
perfetto in bellezza; in Eden, giardino di Dio,
tu eri coperto d`ogni pietra preziosa:
rubini, topazi, diamanti, crisòliti, ònici
e diaspri, zaffìri, carbonchi e smeraldi;
e d`oro era il lavoro dei tuoi castoni
e delle tue legature,
preparato nel giorno in cui fosti creato.
Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa;
io ti posi sul monte santo di Dio
e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.
Perfetto tu eri nella tua condotta,
da quando sei stato creato,
finché fu trovata in te l`iniquità.
Crescendo i tuoi commerci
ti sei riempito di violenza e di peccati;
io ti ho scacciato dal monte di Dio
e ti ho fatto perire, cherubino protettore,
in mezzo alle pietre di fuoco.
Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza,
la tua saggezza si era corrotta
a causa del tuo splendore:
ti ho gettato a terra
e ti ho posto davanti ai re che ti vedano.
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La ribellione di Lucifero contro Dio sembra avere la sua radice nell'orgoglio che gonfiò il suo cuore, a causa della sua bellezza. Come essere creato, è Dio che gli ha dato questa bellezza. Il libro di Apocalisse descrive una guerra tra gli angeli di Dio e Lucifero (il drago) ed i suoi angeli. È una guerra che ha luogo agli albori del tempo, nei luoghi celesti, una “Guerre Stellari” spirituale. (Apocalisse 12:7-9).
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Poi scoppiò una guerra nel cielo: da una parte Michele e i suoi angeli, dall'altra il drago e i suoi angeli. Ma questi furono sconfitti, e non ci fu più posto per loro nel cielo, e il drago fu scaraventato fuori. Il grande drago, cioè il serpente antico, che si chiama Diavolo e Satana, ed è il seduttore del mondo, fu gettato sulla terra, e anche i suoi angeli furono gettati giù. |
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Michele ed i suoi angeli erano più forti del drago e dei suoi angeli. Il bene è più forte del male. Il bene ed il male sono distinti e separati, e non le due facce di una stessa medaglia, come alcune filosofie, religioni o distrazioni popolari professano. Gli angeli sono esseri creati, hanno così personalità distinte ed anche la libera scelta di ribellarsi contro il loro creatore.
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Il drago fu cacciato dai cieli, poco dopo la creazione d’Adamo, egli si trovava nel giardino d’Eden, sotto forma di serpente. Poiché i discendenti d’Adamo ed Eva si moltiplicarono sulla faccia della terra, leggiamo in Genesi 6:2: “I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e si scelsero quelle che vollero”.
Una distinzione è fatta tra i “figli di Dio” e le “figlie degli uomini”, cosa che indica una riproduzione tra gli esseri celesti e quelli della terra. Questi “figli”dovevano essere, molto probabilmente, angeli scaduti. Secondo l'autorità biblica, il termine di “Figli di Dio” è utilizzato nel senso di esseri sovrannaturali, ma degli esseri che non hanno più il loro carattere divino. I quattro versetti seguenti ci segnalano che questa riproduzione ha prodotto una discendenza che non soddisfaceva Dio (Genesi 6:3-7):
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Allora il Signore disse: "Non lascerò che il mio alito vitale rimanga per sempre nell'uomo perché egli è fragile. La sua vita avrà un limite: centovent'anni".
Quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed esse partorirono figli, sulla terra vi erano anche dei giganti. E ci furono anche dopo. Sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi. Il Signore vide che nel mondo gli uomini erano sempre più malvagi e i loro pensieri erano di continuo rivolti al male".
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Questi giganti sono chiamati Nephilim. Dio fu rattristato dal male endemico, si pentì di aver creato l’uomo, e anche gli animali, le creature striscianti e gli uccelli. La creazione era stata corrotta e l'incrocio tra i “figli di Dio”n’era in larga parte responsabile. Noé tuttavia, piacque a Dio perché era giusto. Dio ordinò a Noé di costruire un'arca e di metterci dentro la sua famiglia e gli animali. Allora, “eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono” (Genesi 7:11 CEI). Piovve quaranta giorni e quaranta notti fino a che le montagne più alte furono coperte. Ogni creatura viva che si muoveva sulla terra perì.
Esistono oggi due concezioni contraddittorie riguardo all’origine dell'uomo. Una è quella della creazione, che è anche la concezione biblica. L’altra è la concezione evoluzionista, che esclude Dio ed attribuisce la natura al caso, la sopravvivenza del più forte e la mutazione. Quest'ultimo punto di vista considera la creazione come un tipo di macchina protoplasmica, che procedendo per scossoni si auto costruisce. A causa del suo aspetto aleatorio ed accidentale, all'evoluzione occorreranno milioni, o miliardi di anni, prima di essere delucidata. L'evoluzione chiude gli occhi sul fatto che non c’è nessuna prova dell'esistenza di specie che evolvono in un'altra specie, né di cambiamenti, e resta soltanto una teoria regressiva ed incapace di propagarsi. In realtà, è piuttosto un sistema di credenza, e non un sistema scientifico.
Per applicare questa teoria alla realtà, in modo pratico, basterebbe smontare un orologio, mettere le sue parti in un frullatore e farlo andare. Nonostante i movimenti di miscuglio e di rotazione, è estremamente improbabile che quell’orologio possa essere riassemblato e funzionare nuovamente. Una forza intelligente, una persona potrebbero farlo. Il più semplice degli organismi vivi è molto più complicato un orologio. La vita stessa è programmata secondo un codice binario, e l'universo è disciplinato da leggi fisiche ordinate. Con la legge d'entropia, l'energia è dispersa nel tempo e le cose progrediscono da uno stato ordinato ad uno stato meno ordinato.
Il diluvio spiega facilmente la presenza di vaste aree petrolifere in molte regioni del mondo. L’immensa attività di marea dell'inondazione avrebbe potuto comprimere rapidamente grandi quantità d’organismi rovinati. Le “sorgenti del grande abisso” che scaturirono sono state interpretate come lava che cola dalla crosta della terra. La combinazione del calore e della pressione può ridurre le piante che assorbono carbonio e la materia animale in petrolio, in un tempo molto breve. Formazioni geologiche come il Gran Canyon, possono essere state create dall'erosione rapida ed il limo prodotti dalle maree del diluvio. Non sono necessari milioni di anni.
La teoria all'evoluzione nega la necessità di un creatore intelligente che è distinto e separato della sua creazione. La creazione stessa è il suo Dio. Per l'uomo, questa filosofia è molto seducente, poiché gli permette con i suoi sforzi di diventare Dio, per mezzo dello yoga, della meditazione o semplicemente dell’evoluzione. Come per Lucifero, il cuore dell'uomo può gonfiarsi d'orgoglio. Quest'orgoglio è un affronto diretto a Dio e viene dalle menzogne che il serpente disse a Eva nel giardino dell’Eden, cioè che mangiando il frutto: “Diventereste come Dio” (Genesi 3:5 CEI). A causa della ribellione di Adamo ed Eva, che cercarono di diventare dèi, l'iniquità del peccato ha influito sulla creazione intera, fondata sull’usurpazione dell'uomo della posizione legittima di Dio.
Dio ha stabilito una discendenza che ha protetto, da Adamo ed Eva a Noé, ad Abramo, a Giacobbe, ad Isacco, a Davide, a Giuseppe, a Gesù, per offrire la salvezza dall'iniquità del peccato.
Dopo l'inondazione, Dio disse a Noé ed ai suoi figli d’essere fertili, moltiplicarsi e riempire la terra. L'orgoglio dell'uomo tuttavia rimase, come illustrato nel tentativo di costruire una torre nella pianura di Sennaar (Genesi. 11:4): |
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Forza! Costruiamoci una città! Faremo una torre alta fino al cielo! Così diventeremo famosi e non saremo dispersi in ogni parte del mondo!
Il Signore scese per osservare la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Disse: … “andiamo a confondere la loro lingua: così non potranno più capirsi tra loro”. Il Signore li disperse di là in tutto il mondo; perciò furono costretti a interrompere la costruzione della città.
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Il piano di Dio per l'uomo è di stabilire un rapporto personale con uomini giusti, che lo cercano con tutto il loro cuore. Abramo, Isacco e Giacobbe erano questo tipo di persone. Dio ha stabilito un'alleanza con loro per benedirli, loro ed i loro figli. Giacobbe, al quale Dio cambiò il nome in Israele, ed i suoi figli si stabilirono in Egitto, grazie al favore di cui godeva Giuseppe da parte del Faraone per aver interpretato il suo sogno.
Il Faraone fece il sogno seguente: stava sulle rive del Nilo ed osservava sette belle mucche grasse che uscirono dal fiume e che si misero a brucare erba delle paludi. Vide allora sette mucche magre, brutte e scheletriche che divorarono le mucche grasse. Il Faraone fece chiamare Giuseppe, che aveva guadagnato una reputazione d'interprete di sogni. Quest'ultimo gli affermò che non era lui, ma Dio, che gli avrebbe dato una risposta favorevole. Giuseppe disse allora al Faraone che il suo sogno rappresentava sette buoni anni per l'Egitto, seguiti da sette anni di carestia. Il Faraone riconobbe che Giuseppe aveva in lui lo spirito divino, e gli diede autorità su tutto l'Egitto. Giuseppe fece costruire dei granai per mettere tutto il grano raccolto durante gli anni d'abbondanza, in preparazione per gli anni cattivi.
I figli d’Israele, i discendenti di Giacobbe, furono fertili e si moltiplicarono in gran numero in Egitto. Prosperarono fino a che: “Un nuovo re, che non sapeva nulla di Giuseppe, salì al potere nell'Egitto”(Esodo 1:8) e che temeva soltanto che questi li superassero in numero. Gli egiziani allora li fecero schiavi, ma Dio, fedele alle sue promesse verso Abramo ed i suoi discendenti, suscitò un liberatore con una posizione privilegiata nella casa del Faraone, era Mosè. Mosè, dopo avere vissuto a Madian per molti anni, incoraggiato da Dio, tornò in Egitto e chiese al Faraone di lasciare che i figli d’Israele celebrassero una festa nel deserto. Il Faraone rifiutò. Per spezzare la sua testardaggine e lasciarli partire Dio inflisse all’Egitto una serie di piaghe. Il Nilo e tutte le riserve idriche d’Egitto si trasformarono in sangue, si guastarono e i pesci perirono; le rane coprirono il paese; i pidocchi e altri insetti infestarono il paese; il bestiame fu colpito dalla peste; gli animali e gli uomini furono colpiti da ulcere; la grandine cadde su uomini ed animali, e distrusse piante ed alberi; le locuste mangiarono ciò che la grandine non aveva distrutto; spesse tenebre coprirono il paese per tre giorni. Il Faraone persisté nella sua caparbietà, accettava di lasciare partire i figli d’Israele, quindi cambiava idea, appena Dio toglieva le piaghe.
Infine, Dio disse a Mosè che avrebbe inflitto al Faraone e all’Egitto un'ultima ferita, che lo avrebbe certamente convinto a scacciare Mosè e tutti i figli d’Israele dall'Egitto. Tutti i primogeniti del paese, dal primogenito del faraone fino al primogenito di colui che serve, e perfino i primogeniti degli animali sarebbero morti. Mosè diede l'ordine ai figli d’Israele di andare prendere un agnello senza difetto per le loro famiglie e d’immolarlo all'alba. Dovevano allora prendere il suo sangue ed applicarlo sugli stipiti e sulle architravi della loro casa. Gli Egiziani furono colpiti dalla morte, mentre le case dei figli d’Israele, sulle quali il sangue dell'agnello senza difetto era stato applicato, furono salvate. |
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Quando Giovanni Battista vide Gesù per la prima volta egli comprese interamente la sua divinità. Mentre Gesù di avvicinava disse: “Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo” (Giovanni 1:29). Di nuovo, il giorno dopo, Giovanni era con i suoi due discepoli quando Gesù passò vicino a lui, ed egli gli disse: “Ecco l’agnello di Dio!” (Giovanni 1:36) e i suoi due discepoli seguirono Gesù.
Nel giardino dell’Eden, a causa del peccato d’Adamo ed Eva, Dio introdusse la morte nella creazione, quando uccise degli animali per vestirli della loro pelle. Per conseguenza, gli uomini offrirono a Dio dei sacrifici d’animali per l'espiazione dei loro peccati. Fu il sangue di un agnello senza difetto, applicato sugli stipiti e sulle architravi delle case dei figli d’Israele, che preservò la vita dei loro primogeniti.
Esiste un solo sacrificio perfetto. Quest’offerta sacrificale non doveva essere contaminata dal peccato. Poiché la creazione era stata deturpata dalla caduta d’Adamo ed Eva, Dio solo è senza peccato. Il sacrificio perfetto doveva essere Dio stesso. Il Dio vivo, il Dio dell'universo, doveva prendere la forma di un uomo e morire su una croce per redimere la creazione intera.
Gesù disse a Nocodemo, un capo dei Giudei, un fariseo che venne a lui cercando il suo consiglio: “Nel deserto Mosè alzò su un palo il serpente di bronzo. Così dovrà essere innalzato anche il Figlio dell'uomo” (Giovanni 3:14). Gesù si paragonava al serpente di bronzo che Mosè aveva messo su un palo nell’accampamento dei Figli d’Israele vicino al Mar Rosso, dopo aver lasciato l’Egitto. Il popolo parlava contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete fatto lasciare l'Egitto? Per farci morire nel deserto? Siamo senza pane e senz'acqua, e ci è ormai venuta la nausea per la manna, un cibo da miseria!” (Numeri 21:5).
Dio inviò serpenti ardenti fra il popolo che li morsero, ed un grande numero morì. Il popolo venne a Mosè e riconobbe che aveva peccato parlando contro Dio. Chiese a Mosè di intercedere presso Dio perché allontani i serpenti. Dio disse a Mosè di farsi un serpente ardente di bronzo e di metterlo su un palo. Se colui che era stato morso lo avesse guardato sarebbe guarito. Anche Gesù fu "innalzato" su un palo, una croce, affinché colui che guarda a lui, non perisca ma viva.
Ecco quello che Gesù dichiara a Nicodemo (Giovanni 3:14-16): |
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Nel deserto Mosè alzò su un palo il serpente di bronzo. Così dovrà essere innalzato anche il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia vita eterna. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna.
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Il Vangelo dell’apostolo Giovanni inizia così (Giovanni 1:1-5): |
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In principio, c'era colui che è "la Parola". Egli era con Dio, Egli era Dio.
Egli era al principio con Dio. Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa. Senza di lui non ha creato nulla. Egli era la vita e la vita era luce per gli uomini. Quella luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.
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La “Parola” alla quale si riferisce Giovanni è Gesù Cristo, nella sua esistenza prima dell’incarnazione. Noi leggiamo che la Parola era con Dio, e che, infatti, era Dio, che tutte le cose sono state fatte per mezzo di lei. Di conseguenza Gesù Cristo era il creatore. Per quanto concerne la sua incarnazione in un uomo, Giovanni dice: “Colui che è ‘la Parola’ è diventato un uomo ed è vissuto in mezzo a noi uomini. Noi abbiamo contemplato il suo splendore divino. È lo splendore del Figlio unico del Dio Padre, pieno della vera grazia divina!” (Jean 1:14).
Dio è così divenuto carne e ha abitato sulla terra, nella persona del Signore Gesù. Questa incarnazione fu la “sola” incarnazione del Padre. Non ci sono altre incarnazioni, e Gesù Cristo soltanto è stato generato da Dio. Il Vangelo di Luca ci descrive come l’angelo venne da Maria per annunciarle che avrebbe avuto un figlio che avrebbe chiamato Gesù. Ella domandò all’angelo come sarebbe stato possibile. L'angelo le rispose: “Lo Spirito Santo verrà su di te, l'Onnipotente Dio, come una nube, ti avvolgerà. Per questo il bambino che avrai sarà santo, Figlio di Dio” (Luca 1:35).
Matteo 1:23 cita un messaggio profetico d’Isaia, un profeta dell’antico testamento: “Ecco, la vergine sarà incinta, partorirà un figlio ed egli sarà chiamato Emmanuele.
Questo nome significa: “Dio è con noi”.
Dio, per mezzo del suo spirito, fece concepire Maria che era vergine. Dio era il padre di Gesù. Dio rivestì la forma di un uomo per mostrare la sua natura divina. In Gesù, possiamo vedere la natura compassionevole di Dio. Nel Vangelo Gesù mostra costantemente la sua premura per gli uomini e le donne. Cura i ciechi, i sordi, gli zoppi e risuscita i morti. Libera coloro che sono sotto l'influenza demoniaca cacciando i demoni con la sua autorità. Conforta i cuori spezzati e nutre gli affamati.
È l'amico degli esclusi dalla società, compresi gli agenti delle tasse, una prostituta, e gli oppressori romani. Rifiuta di condannare quelli che i giusti religiosi evitano e lapidano. Per amore, si avvicina a quelli che lo odiano, ed anche a coloro che lo crocifiggono. Tuttavia, non tollera l'ipocrisia, soprattutto di quelli che si credono spirituali. Gli attacchi più furiosi sono riservati agli insegnanti falsi religiosi che trascinavano il gregge su una cattiva strada.
Gesù era l’avvocato di se stesso, e di gran lunga il migliore, che affermava inequivocabilmente di essere il Figlio di Dio e Dio stesso. Quando Gesù disse: “Io e il Padre siamo una cosa sola.” (Giovanni 10:30), i Giudei presero delle pietre per lapidarlo. Gli dissero che lo volevano lapidare perché era blasfemo: “Infatti sei soltanto un uomo e pretendi di essere Dio” (Giovanni 10:33). Essi comprendevano le sue affermazioni ma non le accettavano. Gesù fu quasi lapidato nel tempio quando disse ai Giudei: “Io ve lo dichiaro solennemente: prima che Abramo nascesse, IO SONO” (Giovanni 8:58), indicando la sua preesistenza.
Gesù disse a Tommaso: “Se mi conoscete, conoscerete anche il Padre, anzi, già lo conoscete e lo avete veduto” (Giovanni 14:7). Gesù stava dicendo a Tommaso che conoscendo Lui egli conosceva anche Dio e Lo vedeva. Prima di questa affermazione Gesù gli aveva detto: “Io sono la via, io sono la verità e la vita. Solo per mezzo di me si va al Padre” (Giovanni 14:6).
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Dalla caduta di Adamo ed Eva, il peccato ha influito sulla creazione intera. L'uomo è peccatore e separato di Dio. Nella sua lettera ai Corinzi, Paolo dichiara: “Poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.” L'uomo non sarà mai abbastanza giusto da purificarsi del peccato della sua natura. Possiamo provare a seguire le leggi ed i sistemi degli uomini che promettono la salvezza. Possiamo religiosamente praticare lo yoga, meditare regolarmente, dare tutte le nostre ricchezze alle opere benefiche, recitare litanie dal sorgere del sole al suo tramonto, seguire il regime più rigoroso, pregare tutto un gruppo di dèi, ma se non accetteremo l’unica offerta che Dio ci fa per il perdono del peccato, il sangue del Suo Figlio, non potremo avere un rapporto con Lui che duri per l'eternità. Dio ed il peccato non possono coesistere. “Perché il peccato ci ripaga con la morte, Dio invece ci dona la vita eterna mediante Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23).
L'autore ha accettato Gesù Cristo per sfida. Dopo avere a parole invitato Gesù nella sua vita, si aspettava che non succedesse nulla di particolare, eppure non riusciva più a meditare (mantra yoga), e dopo alcuni giorni non cercò neppure più di farlo. Se volete avere un rapporto con il vero Dio, chiedete semplicemente, con parole vostre a Gesù di diventare il vostro Signore e Salvatore. Chiedetegli di perdonarvi dei vostri peccati e di prendere il controllo della vostra vita. Egli onorerà questa preghiera dandovi la vita eterna e mandando il suo Spirito Santo perché abiti in voi.
Gesù dice: “Ascoltate, io sto alla porta e busso. Se uno mi sente e mi apre, io entrerò e ceneremo insieme, io con lui e lui con me” (Apocalisse 3:20). Non abbiamo nulla da perdere, ma molto da guadagnare entrando in questo rapporto contrattuale con Dio. Una volta che, entrati in questa relazione, Dio vi darà la capacità di rinunciare alle forze che vi tengono in schiavitù e di fare pulizia. Vi darà anche la vita eterna; per sempre alla presenza di Dio. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna” (Giovanni dopo alcuni giorni 3:16).
Paolo in 1 Corinzi 1:18, riconosce che: “La morte di Cristo in croce, che noi predichiamo, sembra una pazzia a quelli che vanno verso la perdizione; ma per noi, che veniamo salvati da Dio, è la potenza di Dio”. Dio ha stabilito un piano per riscattare l'umanità dal peccato. Se questo piano esige l'incarnazione di Dio in un uomo e la sua morte su una croce di legno per i nostri peccati, ciò è la sua prerogativa. È il solo piano che funziona. Il Vecchio e Nuovo Testamento, come abbiamo già dimostrato, riflettono la consistenza interna e la coesione dinamica di questo piano nei secoli. Non possiamo permetterci di scegliere un'altra alternativa, un piano contraffatto fraudolentemente da parte di peccatori che pretendono di essere dèi, al pari di angeli ribelli.
Se non entriamo nel piano di Dio, accettando Gesù Cristo, l'Agnello di Dio, come nostro salvatore personale, allora possiamo essere sicuri di passare un'eternità senza Dio. Il nostro cuore finirà in un posto molto freddo, scuro, malvagio, un posto di tempesta eterna che Dio non ha creato per l'uomo, ma per gli angeli caduti. L'inferno deve realmente essere un posto spaventoso, perché Dio si è incarnato in un uomo per morire affinché gli uomini non vi passino l'eternità.
Prima del suo arresto e la sua crocifissione, Gesù si ritirò da solo e pregò con una tale agonia che il suo sudore si cambiò in grumi di sangue e cadde a terra, una reazione fisiologica rara, causata da una preoccupazione estrema. Egli pregò: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice di dolore. Però non sia fatta la mia volontà, ma la tua” (Luca 22:42). Egli era cosciente delle torture che lo attendevano. Sarebbe stato colpito, insultato, frustato, incoronato di una corona di spine, bucato dai chiodi; sarebbe soffocato sotto il suo peso su una croce e trafitto da una lancia.
La Bibbia contiene più di cinquanta versetti che si riferiscono ad un posto chiamato “'inferno” e, in Luca 12:4-5, Gesù afferma con forza: |
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A voi, che siete miei amici, dico: Non abbiate paura di quelli che possono togliervi la vita, ma non possono fare niente di più. Vi dirò io chi dovete temere! Temete Dio, il quale, dopo la morte, ha il potere di gettare uno nell'inferno. Ve lo ripeto: è lui che dovete temere! |
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Dio è buono, compassionevole, misericordioso e giusto. Non permetterà al peccato di sporcare la sua purezza. Se non accetteremo il suo piano per quanto riguarda il peccato, cioè il sacrificio del suo figlio Gesù Cristo, non potremo vivere con lui per l'eternità. L'Eterno ha ucciso i primogeniti del paese d'Egitto. Non è stato Satana. L'Eterno ha mandato le piaghe al Faraone per convincerlo a lasciare andare i figli d’Israele. Il Faraone cedeva, ed appena l'eterno toglieva le piaghe, cambiava parere. L'eterno uccise i primogeniti di tutti gli Egiziani, non soltanto quello del Faraone. Ritenne colpevole tutto l'Egitto per la condotta del suo capo.
Egli riterrà ciascuno fra noi responsabile della nostra posizione dinanzi alla morte di Suo Figlio sulla croce: la sua accettazione o il suo rifiuto. La rabbia di Dio è stata deviata soltanto dal sangue di un Agnello senza difetto applicato sugli stipiti e l'architrave delle case dei figli d’Israele nell’antico Egitto. Per avere la vita eterna, ci basta semplicemente prendere la decisione di accettare il sangue sparso su una croce, che si trovava nei pressi di Gerusalemme, oltre due mila anni fa.
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